Un giorno di fine estate

Piano di Sorrento

Piano di Sorrento

 

Nelle località di mare il fine settimana è tanto atteso, quanto temuto, per le orde di bagnanti che sciamano dalla stazione ferroviaria riversandosi sulle spiagge più accessibili. Vacanzieri in pellegrinaggio, in cerca di un po’ di refrigerio, trascinano in borsoni e borse termiche l’ansia di trascorrere una giornata diversa, una  vacanza al mare. Gli indigeni li guardano con un po’ di diffidenza perché invadono con risa e passi rumorosi il loro territorio. I bambini, tenuti per mano,stanchi e incuriositi avanzano con passetti ravvicinati, i più piccoli sono sballottati in passeggini stracarichi e abilmente manovrati sui basoli sconnessi, i più grandi anticipano festosi la carovana dei familiari. I giovanotti in canotta e calzoncini baldanzosi annunciano il loro arrivo, tenendo per mano ragazzine graziose, acerbe miss dall’aria un po’ vissuta. Una folla chiassosa riempie le stradine che portano al mare finché al belvedere il cielo turchese sconfinante nelle acque, di una sfumatura più scura al largo, riempie gli occhi come un miraggio. Lo stupore di fronte a quella visione fa calare un religioso silenzio che dà voce soltanto a un paesaggio naturale che leva il fiato, anche se solo per qualche breve minuto.

 

Viste dall’ alto le asciugamani disseminate in modo disordinato sulla spiaggia pubblica contrastano con le file di sdraio e ombrelloni ben allineati e tutti uguali dello stabilimento vicino. Sulla battigia pullulano bambini e ragazzi intenti a giocare, con l’entusiasmo di chi ha desiderato a lungo il mare o non ne ha dimestichezza ed è riuscito a lasciare lontani, nell’ afa e nell’ aria polverosa dell’entroterra, la miseria, il degrado, la mancanza di svago. Il divertimento, tanto atteso e spontaneo, li riscatta da una sorta di relegazione forzata in quell’ unico lembo sabbioso di spiaggia pubblica, brulicante di trilli di gioia e richiami urlati da matrone.

Dall’ altra parte musica diffusa dall’impianto stereo dello stabilimento fa da sottofondo ad analoghi strepiti di bambini capricciosi, intenti a divertirsi con giochi a pagamento, come se stessero al luna park, e alle animate conversazioni di dame in costumi impietosi o in parei griffati sotto l’ombrellone. Uomini rilassati passeggiano sul bagnasciuga o cercano di riposare sulle sdraio e sui lettini, fingendo di dormire e sbirciando dietro occhiali da sole.

A quanto pare, c’è meno gente rispetto agli anni scorsi, ma a me sembra tanta e sorridente, oltre che più serena ed abbronzata. Un generale viavai sulla riva, più gente in acqua, più venditori ambulanti ai quali la solita signora, all’ennesimo tentativo di offerta di monili, fasce e fermagli per capelli, scaccia fantasmi di vetro, pareo e ventagli, animaletti di legno e giocattoli da spiaggia, declina prontamente l’invito ad osservare la mercanzia con un garbato quanto cinico “No grazie, non mi serve nulla, non li uso. Sto ‘nguaiata” ( nei guai, malmessa).

Piano di Sorrento

Piano di Sorrento

 

Un caldo torrido è l’ideale per bere e sudare, sudare e bere e rinfrescarsi più spesso. La piccola scogliera è la postazione privilegiata delle donne che, appollaiate, mettono le gambe a mollo nell’ acqua e nel frattempo chiacchierano e tengono d’occhio qualche pargolo nello specchio d’acqua antistante. I ragazzini giocano a tuffarsi dalla parte esterna o sperano di pescare qualcosa. A stento trovo un varco per accedere al mare, cercando di non dare fastidio ai bagnanti schierati in pole position per guadagnarsi un refolo di brezza e un’ottima visuale. A nuoto mi allontano dalla folla,dalla ressa, dagli amici. Al largo osservo quel brulichio di bagnanti immersi a mezzo busto nell’ acqua quasi per sacre abluzioni, come nel Gange. Altri sembrano granchietti che si rincorrono sul lido.

 

Forse è il caldo afoso o il rilassamento delle vacanze, sta di fatto che, mentre mi riavvicino alla riva e guardo in su l’alto costone roccioso a picco sul mare, sguazzando pigramente a mo’ di papera, provo un senso di pace, un’insolita calma in una movimentata giornata di fine estate.

Forse è la magia di questi luoghi e delle acque limpide, o la malinconia che precede il distacco e la fine dell’estate. Lo ammetto: non risalirei più… e non solo dalle acque.

 

18 pensieri su “Un giorno di fine estate

  1. Che bello questo spaccato “marino” di fine estate, un quadro da assaporare da lontano, lentamente. Poi rimarrà nei ricordi e chiudendo gli occhi si rivedranno quelle scene che faranno parte del “passaggio del tempo”.
    Delicata descrizione Maria, complimenti.

    Gaspare

  2. Confesso mia cara che la fine dell’estate , per quanto riguarda il mare, la spiaggia, la folla, è il momento da me preferito , se il tempo tiene.
    Amo quest’aria tersa, l’acqua un po’ fredda, i rumori ormai lontani….
    Ecco perchè passo tutta la”grande “estate “in piscina….
    Magnifico post, amica mia bella ++++++

  3. Anche per me la stessa cosa di Nella il rumore il traffico marino sulle spiagge e molte volte tanto chiassoso.

    Sempre belli i tuoi post, Complimenti!

    Ti auguro un buon anno scolastico.
    Ciao

  4. ah marì, marì, la signora che non usava niente non era cinica, ma esasperata dall’ennesima interruzione della sua piacevole lettura provocata dai venditori ambulanti….la signora in questione è di solito gentile, molto gentile, troppo gentile, perciò la sua uscita di qualche estate fa è rimasta impressa nella tua memoria… scherzi a parte,che belle queste immagini di fine estate! Oggi il tempo è orribile, il mare decisamente agitato, incrociamo le dita e speriamo nel prossimo finesettimana! A presto…

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