Omaggio ad Anna Magnani

L’attrice Anna Magnani, personaggio emblematico del neorealismo cinematografico, interprete di film e opere teatrali di grandi registi italiani e stranieri (quali De Sica ,Rossellini,Visconti , Pasolini, Zampa, Monicelli, Zeffirelli, Lumet, Mann, Cukor e tanti altri ) vinse numerosi premi cinematografici italiani e il premio Oscar come migliore attrice protagonista nel film “La rosa Tatuata” di Daniel Mann (1956). Da sempre fa parte della storia del cinema la drammatica scena di “Roma città aperta” di Rossellini (1945) , in cui l’attrice viene crivellata con una scarica di mitra di un soldato tedesco mentre rincorre un camion sul quale suo marito sta per essere deportato. «T’ho sentita gridare ‘Francesco’ dietro al camion dei tedeschi e non ti ho più dimenticata» scrisse di lei Giuseppe Ungaretti. Il personaggio da lei interpretato, la sora Pina , popolana schietta e volitiva, sicura nella difesa dei giusti valori, ricorda con crudo realismo la storia vera di Teresa Gullace, madre di cinque figli e incinta del sesto, che fu uccisa mentre cercava di parlare con suo marito incarcerato in una caserma di Roma.

La Magnani ebbe grandi riconoscimenti soprattutto dopo la sua morte tra i quali una retrospettiva con la proiezione dei suoi 14 film più significativi nel Museum of Modern Art di New York nel 2002, omaggio tributato a poche dive del cinema. È stata riconosciuta  tra le   donne che hanno fatto l’Italia in una bella retrospettiva sulle figure femminili più o meno conosciute, che direttamente ed indirettamente hanno influito sull’evoluzione culturale, sociale, economica e politica dell’Italia. 

Anna, era figlia di padre ignoto. In età adulta risalì al padre (un tale del Duce ma ,con la sua consueta ironia, diceva di essersi fermata nelle ricerche perché non voleva passare come “la figlia del Duce”.) Sua madre Marina si trasferì ad Alessandria d’Egitto per rifarsi una vita sentimentale e lì sposò un uomo austriaco molto facoltoso. Anna, “figlia della colpa” , visse un’infanzia povera e sin dalla più tenera età, fu accudita dall’amorevole nonna e dalle cinque zie. L’assenza e il vuoto affettivo della mamma però la segnarono e non potevano di certo essere colmati dai bei vestiti di seta che riceveva dall’Egitto. Aveva ormai nove anni quando conobbe la madre che, recatasi a Roma per vederla, decise di mandarla in un collegio di suore francesi perchè ricevesse una buona istruzione Anna rimase in collegio per pochi mesi perché, per punirla dello scarso rendimento scolastico, le suore le impedivano di vedere l’amata nonna che per lei rappresentava l’unico vero e forte legame affettivo. Tornata a casa si dedicò quindi allo studio del pianoforte e portò avanti gli studi fino alla seconda liceo. All’età di 15 anni si recò ad Alessandria in visita alla madre, ma l’esperienza si rivelò molto dolorosa .

Rientrata a Roma , decise di studiare recitazione (1927) e contemporaneamente cantava nei cabaret romani. Iniziò la sua carriera prima nell’avanspettacolo, soprattutto con Totò, poi nel cinema e nel teatro. Ebbe una vita sentimentale movimentata anche perché l’interiore senso di abbandono la rese morbosamente possessiva. Si sposò con il regista Goffredo Alessandrini che si rivelò fedifrago e superficiale; visse una forte passione con Massimo Serato da cui ebbe il figlio Luca, cui preferì dare il cognome proprio perché il giovane attore era insofferente di legami stabili.  Il figlio determinò una nuova rottura sentimentale ma in compenso fu per lei l’ amore costante della sua vita : inizialmente fonte di una grande gioia, poi di preoccupazione e dolore quando fu colpito dalla poliomielite. Ebbe alcuni amanti tra i quali Rossellini, ma anche questa vicenda sentimentale fu molto vissuta e sofferta.

Luca Magnani,ha dichiarato: ”Una certa ottusità e molti luoghi comuni su mia madre, e questo credo l’abbia molto intristita, soprattutto nell’ ultima parte della sua vita, quando lavorava meno. E’ stata messa da parte, per indifferenza… Mia madre era una persona di una modernità incredibile, che non ha mai seguito le mode ed ha precorso i tempi . Passava per sguaiata, per una che diceva le parolacce, ma in realtà era semplicemente una donna che agiva alla luce del sole”.

 

Anna fu l’antidiva per eccellenza. Ricordo una sua intervista in cui  raccontava della gallina Ciuffettina, sua compagna di gioco durante l’infanzia , di gatti e cani che amava, con cui parlava e si sentiva in sintonia. La Magnani, nota come Nannarella, viene spesso associata alle donne comuni e semplici di cui interpretava la spontaneità, le ambizioni, la voglia di riscatto , l’istinto di amare con passione, la sensibilità, la generosità, la forza d’animo. Attraverso i suoi personaggi poteva esprimersi come donna  vera,viva, sincera, imperfetta, appassionata, desiderosa di amare e di essere amata ( la sua canzone preferita era quella che le cantava la nonna , cioè “Regginella”: T’aggio vuluto bene a te /Tu m’hè vuluto bene a me/ Mo nun c’amammo cchiù/ Ma ‘e vvote tu/ Distrattamente /Pienze a me).Una persona, non un personaggio, un po’ dimenticata e sola negli ultimi anni della sua vita trascorsi nella lotta di un  male incurabile, assistita dal figlio. Una donna non bellissima, ma dagli sguardi più che eloquenti, dai sorrisi indimenticabili e dalle risate sonore e schiette. Un’attrice che non recitava, ma si immedesimava nei personaggi dai quali traspariva la sua forte personalità, l’intelligente ironia che la contraddistingueva, la spontanea veemenza mista a fragilità, la dolce e sofferta malinconia .Forse questa è la ragione per cui Anna Magnani è ancora nel cuore di tanti. 
Anna verrà
col suo modo di guardarci
dentro
dimmi quando questa
guerra finirà
noi che abbiamo un mondo
da cambiare
noi che ci emozioniamo
ancora
davanti al mare…

(“Anna verrà” di Pino Daniele)

 

Immagini tratte dal web

 

13 pensieri su “Omaggio ad Anna Magnani

  1. Scuola chiusa per allerta maltempo. Si aspettava una nevicata, ma per ora sta solo piovendo senza sosta da stanotte. Buona giornata Maria. :)

  2. Col tempo ho cominciato ad apprezzarla come donna emancipata in netta avanguardia sui tempi. Magnifica la frase su di lei di Ungaretti, frase che non conoscevo. “Roma, città aperta” é fondamentale per onorarne la memoria, ma vorrei almeno ricordare la Magnani attrice brillante (quante cose memorabili fatte con Totò!) e tra le sue canzoni una struggente e sincera interpretazione de “Il soldato innamorato” (vorrai scusare la mia traduzione in italiano!) in un film che fa capire la crudeltà della guerra.

  3. Pingback: E fatevi ‘na risata | SkipBlog

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