“Io vengo da quel giardino sul mare che è per me luogo di osservazione e rivolta.” ( Nico Orengo)

terre blu

Una pagina di “Terre blu”, ispirata dai ricordi del cuore e dal ponente ligure, per ricordare Nico Orengo.

C’era quella Liguria di scoglio, un po’ levantina, insofferente all’ospitalità che non fosse mediata dal tempo, inserita, tutto sommato aliena al turismo se non per il ricavato immediato, la visione di una risorsa alternativa al duro lavoro della campagna. E c’era quella Liguria di roccia, più severa, appena più lontana, che portava traccia di campagna e d’oliveti, di boschi, lecci e castagni. Paesi appesi, fiori di roccia, Apricale, Taggia, Pigna, Triora, Perinaldo, votati al sole dei campanili e all’umido dei carrugi, dove odore di mulo e capra, degli umili di questa terra, colpivano narici e gole di sconosciuta, antica memoria. Andavamo in quei paesi, perché si mangiava la capra con i fagioli, perché c’erano crocefissioni, giudizi universali, padri della chiesa, dipinti con grande maestria da maestri liguri e piemontesi che impostavano cartoni mentre Cristoforo Colombo cercava le terre che poi furono d’America. Ci salivamo perché verso San Biagio e Soldano, verso Dolceacqua e Trucco, c’era sempre un prete che aveva del gran rossese o del vermentino. Perché c’era una trattoria che offriva ravioli di borragina, coniglio arrosto con le olive, fiscioi, frittate di carciofi, ripieni di cipolla, fiori di zucca fritti. Ci andavamo per vedere paesi fantasma, case in pietra che mostravano alla valle un orgoglio ferito e inalterato. E quei paesi davano segni di vita in spruzzi di gerani, in accensioni di mimosa, in cascate d’agavi, in metalliche insegne di gelati e bibite di un boom che, per fortuna, così deflagrante non avrebbe mai raggiunto quelle strade.

Andare in quei paesi era come entrare in una primitività che non era la guerra appena passata, l’abbandono, la mancanza di luce, era qualcosa di più intenso, una resistenza del lontano passato, una memoria anche cupa, anche inaccettabile, ma molto reale, della contraddizione umana, della stratificazione culturale che la Storia ci impone.Era andare in quei paesi, che offrivano una latta di basilico o di rosmarino, fuori da una porta e il luccichio di una spalliera di pomodori a fianco della casa, come entrare in un museo archeologico, in una grande  biblioteca. Le donne attraversavano i paesi, gli uomini fumavano un toscano, qualche bambino giocava con i tappini della gazzosa, da una radio veniva un notiziario sul tempo. Rubavamo immagini di un mondo che non sapevamo dove sarebbe andato a finire.

Noi, ragazzi,  preferivamo stare dove stavamo, dal lato, comunque, dell’estate, del garofano e della rosa, ma chiedevamo di tornarci “lassù”, perché sentivamo che lassù la vita aveva una andatura diversa e comunque fosse andata, cosa il futuro avrebbe inventato per quei paesi di muschio e silenzio, intanto noi, tornandoci, avremmo potuto essere ragazzi per più tempo ancora.

 (da “Terre blu” –Sguardi sulla riviera di ponente – di Nico Orengo)

5 pensieri su ““Io vengo da quel giardino sul mare che è per me luogo di osservazione e rivolta.” ( Nico Orengo)

  1. Marì ciao, Orengo qui coglie molto bene lo spirito ligure concentrandone l’essenza nella contraddizione tra scoglio e roccia, tra il sole dei campanili e l’umido dei caruggi, sembra di sentire Cardarelli “ombra e sole s’alternano/ per quelle fonde valli”, contraddizione che si riverbera anche nel carattere delle persone nel quale mi riconosco e identifico.
    Stiamo per chiudere un altro anno scolastico, per me la fatica si fa sempre più sentire a fronte di una gratificazione sempre meno palpabile.
    Spero che avremo occasione di incontrarci in estate.
    Ti abbraccio con affetto. Fio

    • Ciao, cara Fio, che piacere rileggerti! Un po’ di “terre blu” c’è anche in me, forse ora più di qualche tempo fa. L’anno scolastico è volato, sono stanca anch’io ma soddisfatta; ho varie novità da raccontarti e sto sempre in orbita. Ci sentiamo e spero di vederti presto. Un abbraccio.

Rispondi a Caìgo Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>