L’anima è piena di stelle cadenti (Victor Hugo)

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Un piccolo omaggio alla notte più magica dell’anno  nella terza edizione del Carnevale della Letteratura.

 Nella notte di San Lorenzo tra il 10 e l’11 agosto, e anche in quelle successive, sono particolarmente visibili le stelle cadenti dei desideri, note anche come lacrime di San Lorenzo che, donate dal santo al cielo durante il supplizio, ogni anno ricadono sulla Terra.

 E’ una notte magica in cui  provo a  scrutare nella morbida oscurità  in attesa di una scia luminosa che ricami il cielo. Di solito per  pochi secondi  il mio  sguardo accompagna la stellina in caduta libera e un senso di infantile stupore mi incanta. Quando mi ricordo di esprimere il desiderio, la lucina argentata è già sparita. Provo ugualmente  a formularlo, ma in fin dei conti mi basta averla salutata nel suo fugace passaggio.

Quest’anno no. È un anno diverso. Non sarà nemmeno necessario fissare il cielo. Sento che la mia stella è lì che aspetta. Si mostrerà cogliendomi di sorpresa.  Per qualche attimo ci incontreremo; lei danzerà al ritmo delle note che riecheggiano dentro di me. Ha già ascoltato altre volte il mio desiderio, ben nascosto nella notte della  mente e del cuore. Non sarà necessario ricordarglielo.

Ci scambieremo intimamente due faville: una scintilla dei miei occhi perché  possa brillare più a lungo e darmi il tempo di raccogliere una sua impalpabile stilla di speranza.

 

3 pensieri su “L’anima è piena di stelle cadenti (Victor Hugo)

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