In una notte d’autunno.

L’aria frizzante la saluta al risveglio e l’ accompagna a casa di sera.  La statica quiete delle ombre culla in un caldo silenzio i colori che infiammano i rami e restano lì, sospesi, per stupire nuovamente alla luce del giorno. La stagione volta pagina nelle foglie accartocciate sul selciato, porta luce breve ma intensa , piogge che nutrono la terra e inondano i corsi d’acqua. Il mare sbatte sulla riva flutti violenti che ridiventano plumbei e distesi all’ orizzonte.  La melagrana rinnova il suo mistero, mentre  i fili allentati ritrovano  il loro tracciato.

 

 La notte è fatta per danzare sull’impalpabile pentagramma dell’anima e su sogni interrotti da invadenti pensieri. Lei ha bisogno del tepore di casa e di un  tempo ritrovato dentro di sè per generare  una leggerezza inventata che smarrisca  l’ineluttabile e rinnovi il sorriso. A volte si ritrae per ascoltare quelle parole mai dette che solo i suoi  occhi riescono ad esprimere. Ci sono sguardi di una densità emotiva  che comunicano e, più di mille parole, riescono a stabilire legami con chi vede oltre. Spesso lo sguardo si ferma in superficie e  si perde nell’ insieme scorgendo un’andatura elegante come un foulard  accarezzato dal vento, il movimento di  capelli spettinati, un passo fiero o incerto, un  sorriso smagliante o solo accennato. Di solito gli occhi sfuggono perché non sempre sono visibili o più semplicemente passano  inosservati. Eppure  sono lo specchio dell’anima che in essi si annida per contrarsi o esplodere. Nelle fotografie lei  copre con la mano prima gli occhi, poi la bocca ed infine  guarda il viso nella sua espressione globale. Talvolta  il sorriso  è  aperto e radioso ma lo sguardo procede per conto proprio, diverge in parallelo, è altrove. Sono  rare le foto di effettiva sintonia tra il sorriso, che maschera di più lo stato d’animo, e gli occhi. Difficile celarsi dietro uno sguardo non sincero. Quando lei si specchia, per quante finzioni o pose possa inscenare, i suoi  occhi le parlano un linguaggio autentico. In quello sguardo,  che  la  viviseziona dentro senza alcuna compassione né garbo , ritrova la sua anima bambina. La stessa che tace parole non scritte per pudore e per timore di annoiare e di ferirsi. La stessa che ora si lascia decantare e si placa  nell’ abbraccio  di una morbida notte  d’autunno .