Ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed è un possesso per tutta l’eternità (Oscar Wilde)

 

Nel cortile di Palazzo Nuovo in Campidoglio Marforio, mordace interlocutore a distanza col sarcastico Pasquino, sorrideva beffardo mentre cercavo di immortalare ciò che sentivo come bello.

 

Per gli antichi il bello era proporzione e armonia di forme, rese ancor più pure dalla trasparenza del marmo. Ci sono opere che  a distanza di secoli hanno reso eternamente belle qualità esistite da sempre, colte in matrone, fanciulle, divinità, imperatori, guerrieri.

 

Uomini e donne, realmente esistiti o immaginati,  che ancora trasmettono forza, fierezza, fermezza, gentilezza, nobiltà, dolcezza, leggiadria, armonia, serenità.

 

 

“Per quanto viaggiamo in tutto il mondo per trovare ciò che è bello, dobbiamo portarlo con noi oppure non lo troveremo” (Ralph Wado Emerson).

Non saprei se si coglie il bello perchè è stato coltivato dentro di sè  o perchè è una proprietà insita oggettivamente nelle cose. Potremmo discutere a lungo sul carattere oggettivo o soggettivo  del bello. Sta di fatto che a Roma ovunque,  per strada, nei musei e nelle chiese, ci sono opere talmente sublimi che suscitano incanto e commozione.

 

Qui alcune  statue della classicità ammirate nei Musei Capitolini di Roma, che custodiscono una delle collezioni d’arte più prestigiosa e antica del mondo e hanno ispirato questo post.