Poesia per Gianni Rodari – Bruno Tognolini

autunno

 

Poesia per Gianni Rodari 

 

Mia figlia si svegliava con le tue rime in musica
A tua figlia dicevi fiabe ad alta voce
Anch’io a mia figlia leggevo ad alta voce
Ho studiato con tua figlia all’università
Il mio mestiere è diventato il tuo

C’è un fiume di padri e di figli, di rime e di fogli
C’è un giro di grandi stagioni, di madri e di mogli
C’è il rosso coraggio delle primavere
Le figlie son vere, le fiabe son finte
Ma tu non temere, le guerre che hai perso son vinte
C’è il rosso di foglie che cadono, qui nell’autunno
Nel tempo del sonno e del danno
Le foglie son vere, le figlie son molte
Le rime che lasci cadere
Son state raccolte
E ormai dureranno le estati della filastrocca
La gente ora sa che sapevi suonare
Suonare ci tocca
Ti abbiamo seguito, abbiamo accordato la rima
Le fiabe son vere, c’è un nuovo mestiere
Che non c’era prima

I poeti per bambini intagliano teatrini del mondo
I poeti per bambini costruiscono giocattoli dell’anima
I poeti per bambini son Piccoli Zii per i figli di tutti

Contro i Grandi Fratelli ignoranti, meschini e corrotti
Tutti noi stamburanti di rima
Tutti noi musicanti di Brema
Noi poeti un po’ gatti, un po’ galli, un po’ cani e somari
Camminiamo sulle strade aperte
Da Gianni Rodari

  

Da “Filastrocche” di Bruno Tognolini

 

Il viaggio della Freccia Azzurra

Il viaggio della Freccia Azzurra

La Freccia Azzurra

  

La Befana, come lei sa,

a Piazza Navona se ne sta

e noi stavamo, lei non lo ignora,

nelle vetrine della signora.

E’ un negozietto come tanti,

con una scritta sul davanti.

Ci vanno le mamme, i babbi, i nonnini

ad ordinare i regalini.

La signora, quand’è la sua festa,

mette i doni nella cesta

e li porta volando in aria

con la sua scopa straordinaria,

una scopa nuovo modello

col manubrio e il campanello;

li porta ai bimbi che li hanno ordinati

e che li aspettano sognando beati

e a capo del letto, per la Befana

hanno appeso la calza di lana.

Ma la Befana, cara vecchietta,

ha la memoria piuttosto imperfetta…

una memoria un po’ così

che non ricorda da qui fin lì.

Essa inoltre ha un segretario,

un tipo pignolo e abitudinario,

che appena passata è l’Epifania,

fa le fatture e le manda via,

ossia manda il conto da pagare

come se un dono fosse un affare;

e lui, che memoria! è sorprendente

non si dimentica un cliente!

Così, per queste e per altre ragioni,

molti bimbi son senza doni.

Ce n’era uno, un ragazzetto,

innamorato del treno diretto

che davanti alla vetrina

passava quasi ogni mattina,

spargendo molti lacrimoni

per la macchina e per i vagoni.

Si chiama Francesco, ci siamo informati,

è figlio di poveri disoccupati

che un treno elettrico, manco a pensarlo,

non potrebbero comperarlo.

Per questo, signore, siamo scappati

abbiamo i vetri rosicchiati

e abbiamo deciso senza meno

di andar da Francesco con tutto il treno.

La Befana avrà pazienza,

lei di certo non resta senza,

ha un magazzino e uno scantinato

pieni di giochi da togliere il fiato.

Gianni Rodari

Da una lunga filastrocca inedita composta in occasione della “Befana dell’Unità”  e tratta dal sito del  Centro Studi Gianni Rodari di Orvieto.

La Freccia Azzurra è un famoso libro di Gianni Rodari  che deriva il nome da un trenino elettrico sul quale i giocattoli ,che pur hanno un cuore, scappano dal negozio della quasi baronessa- imprenditrice  Befana  per raggiungere i bambini che li desiderano davvero. Infatti i bambini, soprattutto poveri,  rischiano di non avere doni in occasione dell’Epifania, ma il piccolo Francesco e  tanti personaggi fantastici, come il cane di pezza Spicciola ,il capitano Mezzabarba, le bambole, l’orsacchiotto, il pilota, i  cowboys e i pellerossa  vivono magicamente divertenti avventure per rendere felici tutti i bambini. Una storia da rileggere con i più piccoli.