Racchiudere il 2008 in una frase…

Da tempo non scrivo su questo blog e mi scuso con i lettori, ma la vita si snoda tra mille impegni, imprevisti ed emergenze. Da tempo mi ripropongo di riprendere a scrivere e spero di riuscirci anche perché c’è sempre un senso di disorientamento di fronte alla pagina bianca, quando si è perso un po’ l’esercizio della scrittura e l’abitudine di ritagliare tempo per questo angolo.

Ieri, girovagando tra vecchi post, ho trovato questo: “Racchiudere il 2008 in una frase…”. Era un’iniziativa che rimbalzava nella blogosfera e che Rick, alias Mister Pocacola, mi aveva rilanciato.Ve lo ripropongo a distanza di 12 anni.

“Trovo difficile riassumere in una frase un anno intero, anche perché la sintesi non è il mio forte.Le novità più rilevanti riguardano i primi traguardi dei miei figli e la nascita di questo blog in cui ho l’occasione di appollaiarmi un po’.Che dire se non che il 2008 è stato un anno simile ai precedenti  nei ritmi e negli impegni di vita quotidiana che formano il diritto di un ricamo, ove ogni punto si lega ad un altro. Ma è stato anche un anno diverso perché sto scoprendo o rivedendo i fili intrecciati, fermati, spezzati e annodati, tesi e allentati che formano il rovescio. Quei fili non sempre visibili, ma necessari per rendere possibile il ricamo che, pian piano si delinea tra tracce obbligate, talvolta imprevedibilmente creative ed espressive.

Diritto e rovescio sono complementari in un intreccio di linee e di colori sfumati, a volte armonioso, a volte contrastante.

Il mio 2008 ha segnato l’inizio della conciliazione delle due dimensioni, quella fattiva e quella intimistica, di quella che appare e quella che anima, del diritto e del rovescio del mio modo di essere in un gioco di logica, riflessioni e sentimenti che mi appassionano.”

Da quel dì sono passati anni e sono successi tanti fatti, che in parte hanno cambiato prospettiva e le priorità della vita, nel frattempo ho coltivato nuovi interessi, ma soprattutto ho conosciuto persone e realtà diverse e ne ho perse altre, le cui tracce variopinte si sono intersecate e  a volte sono rimaste in questo angolo e nel web.

Il 2020 sta finendo, ha segnato un po’ la storia personale di tutti con l’emergenza del covid-19, col quale continuo a convivere tra timori e perplessità, innescando risorse interiori e un po’ di necessaria resilienza per proseguire con una parvenza di normalità.È tempo di riprendere quei fili intrecciati, cari lettori, e rilancio questo meme a me stessa, anche per ricordare Riccardo. Ciao, mentore!

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Donna non sempre è… danno!

Tutti gli uomini a prescindere dall’ estrazione socio- culturale e dalle coordinate spazio-temporali , si trovano prima o poi a confrontarsi con una donna e anche, almeno una volta nella vita, a dovere fronteggiare le ire di una donna. Forse per alcuni sarebbe più semplice destreggiarsi in una mareggiata che in una miriade di scuse e argomentazioni nel tentativo di ammansire la ferina dolce metà  che, chissà perché, quando si adira ha una luce diversa negli occhi che la rende più bella e disarmante. Forse alcuni uomini riuscirebbero maggiormente ad orientarsi in una foresta tropicale che nei meandri della mente femminile, incapaci di capire che cosa possano avere mai detto di così grave da provocare un terremoto emotivo o che cosa mai sia stato interpretato come offensivo. Altri potrebbero sostenere fatiche immani di intensi ed estenuanti allenamenti sportivi ma rinuncerebbero a contenere e respingere le continue minacce, più o meno velate, sarcastiche, vendicative di una donna indignata.

Ma come sono le donne? Io le vedo così.

Donne- streghe sensuali e passionali, le più belle del reame che ammiccano da una foto, muse ammalianti del bel canto, della danza e dell’arte, donne disinvolte nella loro bruttezza cui fanno da contrappasso il sarcasmo e l’arguzia. Donne teneramente materne e donne matrigne che in una logica innaturale uccidono o vendono i loro piccoli, che rifuggono o inseguono il desiderio di maternità. Donne senza più lacrime per i figli massacrati o dai grandi occhi scuri, regalmente e dignitosamente mute e scarne in cerca di acqua e di un sostentamento nei deserti;  alcune precipitate in fondo al mare, altre mercificate, sbattute su una strada, ma tutte abbagliate dalla stessa mendace promessa di una vita migliore. Donne ancorate alla fede e ai ricordi, mutilate da riti tribali e lapidate dal fanatismo religioso che mai potranno ammutolire i loro pensieri e le loro anime.

Donne alla ricerca di qualcosa o che hanno perso irrimediabilmente qualcosa, tradite dal tempo e sospese tra sogni e realtà, esauste ed entusiaste, sfrenate e disinvolte, fiere della loro ostentata nudità di corpo e di mente, conformiste dell’apparenza che si uniformano a stereotipati canoni estetici e anticonformiste dell’interiorità, donne solari e donne ombra , coraggiose o coraggiosamente vili, rassegnatamente incapaci di decidere e di reagire in un rapporto simbiotico con chi le vìola o aggressive e forti della loro dignità e dei loro ideali. Donne capaci di re-inventarsi con fantasia e voltare pagina per ricominciare o fossilizzate e timorose di fare il passo; lungimiranti se scelgono, dando astutamente l’impressione di essere scelte, o cristallizzate. Donne intraprendenti protagoniste da prima fila e donne silenziose, semplici comparse della quotidianità , donne di classe e declassate da chi toglie loro la stima e la speranza, donne che analizzano ma non fanno sintesi,vivacemente ironiche, loquaci e frizzanti, veramente sincere e sinceramente false, escluse dal pubblico ma elette a regine nel privato, sensibili e aperte alla vita ma gelose dei propri sentimenti. Donne accecate dalla rabbia e donne dagli occhi belli, limpidi e sognanti , serene e felici o malinconicamente sorridenti.
Tante donne tra tutti, poche Donne tra tante. Creature sensibili, vitali, sensualmente contagiose,energiche per la capacità di farsi carico di tanti ruoli, romanticamente ingenue se innamorate, forti della loro maturità e fragili nell’ acerba e dolce immaturità.

Siamo una perpetua contraddizione ma anche la più viva e completa armonia dell’universo, una luce che brilla. Ovunque!

 

P.S. non potevo non ripubblicare uno dei miei primi post.  :)

Il mare

Mare che separa e unisce terre, popoli e cuori, culla di grandi civiltà e dei primi o ultimi  respiri, depositario di lacrime e rabbia, di sogni e di risa. Patrimonio universale, orizzonte infinito di chi scruta oltre, di chi sfida l’ ignoto e la vita, patria comune di chi strappa le proprie radici.

Il suo richiamo è silenziosamente forte; lo sentì bene Ulisse che sfidò i limiti della conoscenza, abbandonandosi alle sue correnti. E lo sentono  ancora tutti quelli che partono, con gli occhi spalancati sullo stesso miraggio di una vita migliore al di là di ogni confine terrestre.

Mare cui si affidano coloro che non riescono a vivere senza, affascinati dalla sua voce, per un destino che scorre nel sangue da generazioni. Quella voce che pochi riescono a captare e a capire. Il suo sussurro muto entra dentro, ti appartiene e ti guida con un istinto primordiale ed  eterno.

Mare che accoglie lo stupore ingenuo e la gioia spontanea dei bambini, mare maestoso da rispettare, che innalza e sprofonda, avvolge, travolge e cattura. Indomito e  ribelle atterrisce  e distrugge ma restituisce ogni cosa ai fondali segreti e alle rive assolate.

Mare saggio, materno e fonte di vita, origine e fine di ogni cosa. Immensità da esplorare, da domare, da sfidare nella propria volontà di potenza. Energia vitale e  quiete passiva.

Nel mare la consapevolezza di essere sospesi  tra due infiniti  incommensurabili, quello del cielo e quello degli abissi. E solo allora  comprendi   che non sei altro che  una piccola scheggia di vita  destinata a perdersi nel breve passaggio tra i  due  mondi.

Mare in cui  ritrovare la propria essenza per potere immergersi poi nella vita di tutti i giorni…nel proprio mare.