Grazie, grazie, grazie…

Io non so voi  ma  oggi  trovo questa immagine quando apro la pagina di Google . Ho pensato che qualcun altro condividesse con me quello che mia cugina aulicamente definisce  genetliaco  e che io, forse tardivamente,  solo da qualche anno ho scoperto  che significa  compleanno.

Poi ho spostato il mouse  per capire di chi era la festa  ed è inequivocabilmente apparsa la scritta “Buon compleanno maria!”. Ho  subito pensato che era diretto a me-modestia a parte-  perché i personaggi famosi sono festeggiati con tanto di nome e cognome e simboli della loro fama , e in google+  io sono maria  con la m minuscola e mi piacciono  i dolci  (ecco l’ho confessato).

 Allora non contenta ho preso i pad ho aperto pagina di Google e tac, ‘nata vota  (un’altra volta), “Buon compleanno maria!”  ( da leggere con voce di  monaciello ).

Qualche ignoto birbante  del web mi ha fatto uno scherzo innocente o forse è un automatico trucco tecnologico – non so-  , sta di fatto che per me è  una piacevole sorpresa , tanto gradita  da meritare un post e un pubblico ringraziamento.

E mo’ non mi dite che l’augurio non era per me  e l’ho sognato  😀

Un, due, tre…cinquantuno, pillicciò!

Ebbene sì, ci sono. Ci sono tutti e cinquantuno, tondi tondi. Sono nella traversata  dell’oltre  mezzo secolo, dei cinquant’anni. Caspita! Se li pronuncio lentamente,cin-quan-tu-no-an-ni  sembrano davvero tanti. Come mi sento? Come dagli -anta in su, forse solo più corazzata. Finalmente posso spaparanzarmi comodamente nella mezza età.

Ho sbirciato in un libretto sul linguaggio segreto delle date di nascita e riconosco che mi hanno “pittata” (dipinta) abbastanza bene.

Sono nata nel giorno dell’audacia (augh!). In pratica- come è scritto- ho il coraggio di essere me stessa (coraggio o incoscienza?) e di portare a compimento progetti ed idee (capatosta sono). Pur non avendo paura dell’opposizione altrui (dei figli pestiferi, vero?) o di dover combattere per affermare il mio modo di vita, non cerco quasi mai il confronto diretto (anche se a volte non è facile domare l’impulsività). La mia audacia non diventa mai temerarietà (meno male!): è piuttosto una forza morale basata su saldi princìpi e sul comune buon senso (almeno  ‘sti “-anta” servono a qualcosa). Ad un certo punto della vita, dovrò affrontare un radicale cambiamento di professione, quando l’insorgere della mia vera vocazione spazzerà via anni e anni di preparazione a un altro lavoro (vuoi vedere che mi ritirerò davvero in un convento senza preoccupazioni di casa, famiglia e lavoro , come auspico nei  momenti critici ?). Si tratta di un momento davvero importante nella mia vita (faciteme stà quiet che di recente ho cambiato città). Agli occhi altrui può sembrare che io corra troppi rischi (tranquilli, ho le spalle larghe), o che mi comporti in maniera sconsiderata (perché oso stanare?…lei mi capisce amme)

 È scritto che amo molto la mia professione (fin troppo…) e questo, insieme a una gran sete di indipendenza (chi fa da sé, fa per tre), rende alquanto difficile una normale vita familiare (le peregrinazioni lavorative del consorte ve le siete scordate?). Eppure paradossalmente avrei bisogno di sentirmi sistemata, per questo tenderò ad aggrapparmi a un homo comprensivo che dovrebbe sostenermi (mò appendo un cartello sul letto. “Consorte sostienimi” – ‘na parola sostenermi a cinquant’anni!  :D)

I nati nel mio giorno si distinguono in due tipi (mi ritrovo in entrambi, è grave?): il tipo solitario, che lavora da solo ai propri progetti, sviluppando uno stile, un’abilità, un talento tutto suo, in condizioni di relativo isolamento dagli altri (è vero perché ho bisogno di ritrovarmi nella solitudine); il secondo tipo è una luminosa stella sociale, un leader (direi piuttosto un panzer) animato da uno zelo missionario (e qui ricasca il convento…) che può galvanizzare gli altri attirandoli verso una comune grande impresa (di pulizia?). Benchè tenda a suscitare apprezzamento (o timore) e sia un po’ vanitosa (giàggià), da vera guerriera (augh!) conosco bene i miei limiti e anche se, per curiosità o desiderio di capire, mi spingo fino alla soglia del proibito (ehhhh?), raramente lo oltrepasso (ahhhhhh, volevo dire). Mi consigliano di:

calmare la mia intensità e tenere a freno il lato troppo ossessivo-costrittivo del mio carattere (posso uccidere il super ego?)

godere i semplici piaceri della vita (avete interrogato il mio frigorifero?)

seguire il cuore qualche volta, non sempre la testa (decapitatemi!), e imparare a spegnere, quando è necessario, il mio motore (quando lo spegnerò , vorrà dire che non ci sarà più tempo per nulla.)

Devo coltivare la capacità di rilassarmi (sante parole!), per non lasciarmi deprimere e debilitare da temporanei insuccessi (non mi arrendo! Doppio augh!).Sarà bene avere un’area privata e personale in cui rifugiarmi periodicamente per ricaricarmi (già fatto: ho tempi e interessi miei).

 Come arietina sono governata dal potente ed energico Marte (Er belligerante), sono fiera e dinamica, ostinata (e ci credo, oltre alle corna di sfondamento dell’ariete mi trovo pure quelle di attacco dell’ ascendente toro!) e curiosa (una vera scimmia).  Non la prendo molto bene quando vengo fraintesa (aprite bene le ‘recchie, no?) o scambiata per qualcosa che non sono (e ci credo!).

Avrei la forza di procedere nello sviluppo dei miei progetti (poi mi spiegate ch’aggia progettà di così importante), anche se non vengo notata (meno male!) prima o poi alcuni si accorgeranno della mia personalità (poveri loro) e delle mie doti (scarsette in verità) e quasi con devozione (è scritto proprio così…) saranno pronti ad adorarmi e a venerarmi (ma dico io, pure santa mi fanno diventare? Aspettate prima che vada in convento, no?). Non è detto che sia un’egocentrica (bontà vostra), è più facile che insegua i miei sogni ( o i sogni inseguano me, che dormo sempre meno) e tenda ad esteriorizzare le mie sfide personali e interiori (a cinquant’anni e più  non ho pudore di parlare di me). Di fronte a difficoltà che non prevedono la possibilità di soluzioni esterne, posso cercare risposte all’interno di me (scusate ma quale altra chance avrei ?), accettando una necessaria modificazione della personalità (la donna è mobileee…)

 E come quando si giocava a nascondino, si faceva la conta e si gridava trentuno pillicciò, che non so cosa significhi, oggi aggiorno il post e mi va di scrivere cinquantuno pillicciò, per scovare non i tanti  anni della mia vita, ma per rivedere la vita dei miei, tanto cari, cinquantun anni.