Memorandum di una madre di figli adolescenti

 

I figli crescono  e me ne accorgo sempre più.L’affetto di mammà italica regna sovrano con qualche ansia, soprattutto serale, rapportata alle loro recenti, più frequenti e legittime  esperienze.Così ho stilato un memorandum: sono ben accetti i pareri di coloro che hanno esperienze diverse. 

  1. Dovevaiconchivaiacheoratorni è il minimo che una mater possa fare prima che i figli  escano di sera.  A che serva, non saprei. Se non a lanciare il sottinteso: “Mi raccomando! Io son qui che  vi aspetto.”
  2. Considera  sempre che possono rispondere quel che vogliono. Va bene lo stesso. Purchè si riesca   poi a ricostruire la loro serata e relazioni interpersonali dal successivo e spontaneo resoconto.
  3. Il consiglio precedente è nullo se il figlio è introversamente muto. In questo caso il classico “Non mi ricordo” oppure “Ma cosa vuoi sapere?” suona peggio di un’inesorabile mannaia. È auspicabile rinviare eventuali analisi del sangue, previste per il giorno dopo, perché i valori potrebbero risultare alterati da stress genitoriale.
  4. Nel caso succitato la mammà italica è in stato d’allerta. Nei giorni seguenti  raddrizza le antenne e cerca di captare, con orecchie da volpe del deserto, ogni piccolo cenno ad amici o a riferimenti spazio temporali della trascorsa serata  per sincerarsi che è tutto ok.
  5. La fiducia è basilare, ma non è mai troppa. Ci sono in giro tanti marpioni /e, e   ci sono sempre stati. Forse oggi più di prima o sono solo più emergenti nell’immaginario della genitrice?
  6. Evita il pedinamento a meno che non si abbia la certezza che stiano deviando. Se c’è sentore di allupati/e (oggi c’è par condicio) che abbiano troppi  anni più di vostra figlia/o, inizia a suonare lo scacciapensieri in un doingdoingdoing dinghidinghi e ad indossare un basco siciliano…sperando che il nuovo look sortisca l’effetto sperato.
  7. In caso di certa conferma, dopo avere ragionato invano con i piezz ‘e core, dedica almeno cinque giorni  ad allenamenti di corsa e di  lancio del giavellotto per avere abbastanza fiato e mira.  Non per sbraitare, ma  per rincorrerli  brandendo un bel battipanni o matterello. I vecchi rimedi funzionano sempre.
  8. Se i figli tardano eccessivamente, un paio di volte si può tollerare .Fai capire però che il tarlo della  preoccupazione procede con le lancette dell’orologio e che è ben accetta una loro telefonata rassicurante in caso di ritardo.
  9. Non angosciare con telefonate continue durante la loro uscita. Se il telefono non squilla, vuol dire che è tutto a posto.
  10. È opportuno dire che devono esser reperibili, qualora si voglia rintracciarli. Se il loro cellulare è sempre irraggiungibile, è meglio non ridursi ad avere anti estetiche occhiaie fino a metà guancia…con modi garbati e sorriso serafico sii sempre pronta ad accoglierli al rientro e poi sfogati pure con una defenestrazione – del cell , non dei figli-, visto che se ne servono  solo quando fa comodo.
  11. Il detto questa casa non è un albergo, è sempre attuale. L’ideale sarebbe pure che non fosse una stalla, perlomeno  la loro camera, dopo la lunga e caotica vestizione serale e frettolosa svestizione notturna. Ma hanno bisogno dei loro spazi, per cui fingi di non vedere fino a quando non c’è sentore di un controllo  dell’ASL. Al loro dolce risveglio, fai  trovare periodicamente ben allineati, in assetto da parata, scopa, straccio, detersivi e secchio d’acqua per provvedere. Qualora siano recidivi,  ottimo deterrente al soqquadro potrebbe essere  una catapulta per  sgomberare il pavimento dalle pezze sparse.
  12. Quando rientrano, se non sei già tra le braccia di Morfeo (che può essere pure uno pseudonimo), ogni tanto con la scusa di augurare la buonanotte e baciarli, annusa l’alito e controlla le pupille. Lo scotto di mammà possessiva val bene come controllo indiretto o prevenzione.
  13. Scatta come una molla  dal letto se per caso si affacciano in camera dicendo: “Mamma devo parlarti…” ; accomodati su un divano evitando di sbadigliare, ascolta e  conta fino a venti prima di rispondere.
  14. Prima di andare a dormire , spiega bene al cane o al gatto di casa che sarebbe opportuna la loro collaborazione. Come ti svegliano alle sei di mattino, mettendo il muso o allungando la zampa sul letto per ricordarti gli impegni della giornata, così devono avvisare quando i figli rientrano ad ora troppa tarda, al di là di quella pattuita. Altrimenti niente pappa. In famiglia tutti devono cooperare.
  15. Viceversa avvisa i pappagallini che se osano strepitare, saranno liberati al freddo e al gelo l’indomani.
  16. Se il figlio/a prende l’auto, il controllo del contachilometri dà utili indizi sugli annunciati spostamenti della serata. Se mente, pur sapendo di mentire, basta lasciare il serbatoio della benzina vuoto …altrettanto il portafogli.
  17. Se  tradiscono la vostra fiducia, medita col consorte una strategia educativa condivisa soprattutto a riguardo del contenuto e dei toni del ragionamento che vorrete intraprendere.
  18. Se il consorte fa lo gnorri, compra un bel biglietto per ignota destinazione nel week end e lascia che si assuma le sue responsabilità di paterfamilias. Le tue di matermatronissima bastano e avanzano.
  19. Rimuovi eventuali  sensi di colpa; pensa alla tua  adolescenza valutandone i pro e contro alla luce della sopraggiunta maturità ( anche se Peter Pan scalpita nel profondo io).
  20. Non disdegnare eventuali loro tatuaggi, purchè non cancellino dalla mente un tatù più consapevole “che mamma e papà sono i loro genitori, a rischio di passar per ansiosi e anacronistici caudilli, protagonisti e destinatari del sempiterno  scontro generazionale, e che non si preoccupano che facciano esperienze, ma esperienze senza ritorno”.

 

Vignetta tratta da “Tutta Mafalda” di Quino- ed. Bompiani.

I figli sono le ancore della vita di una madre ( Sofocle).

Quante persone  hanno inciso nella mia vita, chi più, chi meno: alcune sono state  stelle di passaggio, altre stelle fisse. Una mi ha dato l’imprinting dalla nascita. È  la cara mamma con la quale a tutt’oggi vige un rapporto di odio amore: una madre forte, quasi  granitica, che  mai si abbandona ad un complimento, una tenerezza, un’introspezione personale se non quando volutamente ce la porto io col mio fare diretto e a volte ironicamente  provocatorio Esiste  però anche un’altra mamma, detta mammà, cioè  la suocera. È la madre acquisita, cui voglio bene e che stimo per la sua vitalità ed ironia e con la quale ho instaurato  un rapporto schietto, nonostante ci siano state iniziali  incomprensioni, sanatesi poi in modo saggio …del resto era prevedibile visto che abbiamo due caratterini determinati ai quali, ancor oggi ,mi chiedo come sia sopravvissuto mio marito.

 Capirete che il rapporto suocera e nuora è ben diverso tra quello intercorrente tra suocera e genero. Il genero di solito è tollerato e  se ne sta in disparte;  con lui la suocera mantiene rapporti affettuosamente formali di squisita cortesia e  di solito è bendisposta nei suoi riguardi, ben sapendo  che gli  dovrebbe erigere un monumento in segno  di riconoscimento per avere avuto l’ardire di  impalmare e sopportare la  figlia. Generalmente,se le cose non vanno bene  nella coppia, la madre di lei  non affronta mai l’argomento col genero, MAI…ma  poi in privato  si chiarisce a squarciagola e senza troppe attenzioni con la figlia. Il matrimonio va salvato a tutti i costi: piuttosto la mamma di lei si sdraia sull’uscio di casa immolandosi ad un eventuale calpestìo dei coniugi in crisi  La più grande ferita inferta è quando la coppia , ormai scoppiata, si disaccoppia per sempre per cui, vita natural durante, la figlia sarà ritenuta responsabile del fallimento del matrimonio o, in casi eccezionali, di avere comunque fatto una scelta sbagliata, di non avere capito che pasta  d’uomo potesse essere il consorte . Su di lei graverà l’onta di avere sciolto un vincolo indissolubile. 

 Ah le donne di una volta!  Ostentavano fieramente sulla cervice le impalcature  del papà di Bambi  insieme alla fierezza di essersi sacrificate per l’unità della famiglia,votate al  dignitoso silenzio e sopportazione .Chissà  se in privato facevano scontare  al marito fedifrago e concubino le sue scappatelle e mancanze di rispetto per esser volato dietro a qualche compiacente e frivola sottana. La matermatronissima  si sarebbe   incatenata davanti alla porta di casa pur di non far andare via il paterfamilias in un momento di rabbia, debolezza  o sconforto,cementandolo  su un piedistallo  agli occhi dei figli come onesto lavoratore e padre esemplare, cui si poteva , anzi  si doveva perdonare qualcosa.

Questo  perchè una volta c’erano le Mogli Santissime, regine del focolare e osannate sul trono della sacra famiglia, mentre  fuori del regno familiare vagavano  le altre  comuni  ed insignificanti mortali.

 Merita però un discorso a parte  mammà…anzi MAMMÀ, l’unica e vera  presenza dominante della famiglia di lui, cioè la madre  del marito. Mammà è colei  che fa tremare le vene ai polsi a qualsiasi ragazza, dai 18 ai  60 anni, che si accinga  a conoscere i genitori di lui. Qualsivoglia  lei è in soggezione,  preoccupata quando per la prima volta si avvicina con timore riverenziale alla futura suocera.. Supermammà con un fare un po’ distaccato o cerimoniosamente gentile  scruta la rivale, colei che osa spodestarla dal cuore e dalla testa del figlio, colei che inoltre  lo spinge con arti seduttive a  uscire dal nido e a tagliare il cordone ombelicale. In una frazione di secondo la  genitrice  già immagina il suo bambino in versione casalinga , mentre affaticato porta sacchetti della spesa e della spazzatura,  consola pargoli febbricitanti  e piagnucolosi, pensieroso fa i conti con le bollette da pagare e di sera ,con  modi un po’ servili, cerca d’ingraziarsi la moglie stanca.

 Mammà ben sa di appartenere ad un’altra tempra, ad un’altra generazione,  quella dedita solo a casa e famiglia,le cui uniche divagazioni sono  tappe a cadenza prefissata  in  chiesa, nel  supermercato e  nel mercatino rionale; la più grande trasgressione vacanziera  è un viaggetto una tantum organizzato dalla parrocchia.

Mentre si svolgono i convenevoli di presentazione solitamente con invito a pranzo a  casa di lui, la fidanzata viene “scannerizzata” dagli occhi fissi e penetranti di mammà che si chiede pensierosa “ Sarà all’altezza di rendere felice mio figlio? Sarà seria? Sarà in grado di garantire progenie per il perpetuarsi della specie?” Perciò ,giovani fanciulle, non preoccupatevi per il vostro bell’apparire, per il trucco sbavato ed il look poco consono: mammà va oltre, punta direttamente alla sostanza del vostro essere.

 La futura suocera è colei che sa cucinare di-vi-na-men-te, che già al primo incontro vi  informa delle preferenze gastronomiche  del figlio perché -si sa- l’uomo si prende per la gola ( se solo immaginasse  quali sono i veri appetiti del suo  bambino!), e non riesce a capire che sarebbe ora di svezzarlo. È colei che stira benissimo, soprattutto le camicie, ricorda tutte le ricorrenze e non si sgomenta se deve preparare un pranzo  per 25 persone. È l’amministratrice delegata della grande azienda familiare, che dirige dal  ponte di comando  con  incredibile  maestria, mentre il suocero –ombra acconsente silenzioso purchè sia lasciato in pace a leggere il quotidiano e guardare la tv . Mammà  è sempre in ordine: va dalla parrucchiera in occasione delle feste comandate, usa da almeno trent’anni lo stesso profumo e  a stento mette un po’ di rosa sulle guance o un filo di rossetto. Indossa vestiti sobri che sembrano una divisa, comodi e poco appariscenti. Idem per le scarpe, adatte per ogni occasione e per repentini sprint d’attacco.  Legge qualche settimanale e  si diletta in parole crociate che fa quadrare con somma abilità  scrivendo  anche due letterine nella stessa casella. Segue tutte  le trasmissioni di cucina  ma predilige quelle  strappalacrime dove può commentare a viva voce o fare  il tifo per chi ha ragione in base alle emotive pulsioni del  suo grande cuore. È aggiornata sui fidanzamenti, separazioni e divorzi di tutti i personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e delle dinastie  regnanti, fino alla terza generazione ascendente.

 Quando finalmente  i piccioncini  arrivano allo stato coniugale,giuridico o di fatto, per la sposina inizia il vero rodaggio di convivenza…non con lui, ma con la mamma di lui.

Mammà  va raramente a farle  visita, per non dare fastidio( in effetti non sopporta il disordine cronico della casa degli sposi che potrebbe svelare qualche dettaglio della loro felice intimità) . Preannuncia il suo arrivo cinque minuti prima di una sua eventuale visita, per fare “scavezzacollare” meglio gli sposini in un riordino last minute .  Non appena la nuora apre la porta, la  fissa negli occhi per capire come stanno le cose col figlio. Attenzione se fa troppi complimenti del tipo “Come  sei bella e radiosa oggi!” (sottintende: Vi ho sgamati! – se c’è  bonaccia , oppure “Non è che qualcun altro ti ronza intorno?”, se spira vento di tramontana).

La suocera avanza come un Panzer quando  viene alla luce la progenie ,cioè quando finalmente la discendenza è stata garantita…Olè, supermammà in mille faccende affaccendata,s’adopra indaffarata come  supervisore perché i pargoletti crescano bene, educati, sani e forti. Giorno e notte aiuta  la neomamma inesperta,  nutrendola con cibi sostanziosi ( ecchissenefrega dei chili in più) perché produca latte in abbondanza e  dispensando consigli che si tramandano da generazioni sull’allevamento della specie umana. In tal caso assecondatela, altrimenti ve la farete nemica per sempre.

Chissà perché  i  nipoti somigliano sempre al papà o al nonno, alla zia e alla sorella di lui, mai alla mamma naturale. Puta caso  il pargolo abbia  i capelli sfacciatamente rossi come la madre, mammà zittisce il neopapà che osa rilevare questa somiglianza  dicendo:”Ma no,che dici! Nella nostra  famiglia c’era un trisavolo detto Peppiniello Il rosso …”

 Care ragazze e care signore, perdete ogni speranza se avete intenzione di belligerare con vostra  suocera: lo scontro tra due titani  è controproducente per l’armoniosa sopravvivenza della coppia…rischiereste entrambe di affondare come il Titanic, perdendo  l’amato e conteso bene ( il lui che gongola, non sempre beato, tra  l’incudine e il martello  fingendo spesso di non vedere e non sapere delle vostre schermaglie).

A meno che  non vi siano ragioni più che gravi, fate buon viso a cattivo gioco, ma solo dopo aver magistralmente ed educatamente definito il vostro ruolo, campo d’azione  e ambito di competenza. Contate fino a 300 prima di risponderle  per le rime, ricordatevi  che Lei lo fa perché nutre un amore viscerale per suo figlio e si preoccupa per lui, e non per fare dispetto a voi.

Pensate  che forse un giorno anche voi diverrete suocere: immaginate  per un secondo se vostro figlio, per la legge del contrappasso, un giorno vi presenterà o sceglierà una compagna eccessivamente disinibita, con le gonne troppo corte e troppo sorridente , ambiguamente solare,…una che vi sembrerà una gattamorta, magari plurilaureata ma che pare  non sappia  spiccicare due parole con un senso logico, e che vi risulti cordialmente antipatica per il semplice motivo che dentro di voi- non l’ammetterete mai- siete semplicemente rose dal maledetto, atavico e inguaribile  tarlo della  gelosia che s’annida in ogni  mammà!